Da Lacona a Portoferraio. L’ultima tappa.

Posted: 13 Aprile 2018 by Jennifer

Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l’intelligenza di saperle distinguere       Thomas More

Da Lacona a Portoferraio:

L’ultima tappa, da Lacona a Portoferraio, inizia con una piccola fortuna. La titolare del residence mandorla ci accompagna in cima alla montagna con la macchina. È stato davvero un bel aiuto. La stradale è stretta, ripida e le macchine sfrecciano veloce e fanno pure un po’ paura. Avevamo pensato di prendere il percorso 99, che era segnalato sulla mia mappa. Purtroppo sbagliamo percorso e partiamo per la G.T.E, che oggi non sarebbe stata la rotta giusta da intraprendere. Ci incamminiamo comunque e troviamo una segnaletica per la casa di Napoleone. Dovrebbe essere il percorso 210 o 211 se non erro. Siamo felici, perché pensiamo di aver trovato una bella sorpresa interessante, prima della nostra partenza. Il percorso ci porta in un fitto bosco e la Maia è tutta nel suo elemento più istintivo. Non la scioglierei mai nel bosco. Abbiamo già provato di che cosa sia capace. Non ho voglia di cercarla nuovamente per 8 ore tra cinghiali e caprioli. Arrivate alla casa di Napoleone, una delusione. La Maia non può accedere neanche al giardino. Ci bastava vederla da vicino, anche solo dal esterno, ma non è possibile. Grandi cartelli lo impediscono. Ci accontentiamo di vederla solo sul sito web Qui. L’ultimo pezzo di strada, per arrivare a Portoferraio, è davvero brutto. Siamo costrette a camminare sulla strada statale senza nessun marciapiede. Non vi consiglio di fare questa strada infatti. È davvero orribile a piedi, ma non saprei consigliarvi una valida alternativa. Anche questa volta, dopo giorni emersa nella natura, il primo impatto con l’aria cittadina è nauseante. L’odore è fortissimo e ci irrita. Viviamo tutti i giorni, senza più accorgerci di questa allucinante puzza tossica.

Portoferraio:

A Portoferraio non ci fermiamo nel centro storico. Abbiamo voglia di sole e relax e ci dirigiamo diretto sulla spiaggia le Ghiaie. Non c’è nessuno e la Maia si addormenta subito al sole. Dopo un pochino ci viene fame e decidiamo di coccolarci un po’. Ci mangiamo uno spaghetto alle vongole, che mi frulla in testa da ieri sera, in un ristorante con una vista spettacolare. Posso consigliare. Si chiama “la bussola” e si trova proprio in fondo, sulla sinistra della spiaggia.

Siamo un po’ tristi di dover andare a casa. È stata una bellissima vacanza e ci viene spontaneo di fare qualche riflessione del viaggio.

Sono fortunata di avere un’amica come la Maia. Mi ha accompagnata durante questo cammino con passi silenziosi e orecchie aperte. Mi ha sostenuta e tirata sulle montagne e sempre attesa, che la raggiungesse. Si è svegliata tutte le mattine scodinzolante e con una voglia matta di partire, nonostante la fatica per arrivare alla nostra meta successiva. Abbiamo appreso in questo viaggio, quanto è importante la pazienza. Non si può sforzare le cose o programmare gli eventi. Tutto è imprevedibile. Il tempo, la strada, la montagna. Bisogna sapere attendere il momento giusto, che arriverà sempre. Basta essere pronti ad accoglierlo istintivamente. Le montagne si scalano piano, piano con passo sicuro, anche se ci sono nuvole e la vista è offuscata. Le nuvole si spostano prima o poi e il cielo si schiarisce. Attendendo con pazienza quel momento li, tutto sarà più chiaro e limpido.

La paura si affronta camminando e muovendosi. Mai fermarsi. Bisogna cercare di ascoltare l’istinto, anche se tutte le indicazioni dicono il contrario. Il silenzio, la natura e il cammino ordinano le idee.

Invece un’altra cosa importantissima che abbiamo scoperto: Il poncio giallo limone 🍋 è troppo piccolo, perché copre solo metà Maia.

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